STORIE DI PORTIERI
🇨🇲 N'kono Thomas
l’Africa nelle sue mani
Quando nel football esistevano confini chiusi e continenti lontani
Thomas N'Kono (Dizangué, 20 luglio 1955) è un allenatore di calcio ed ex calciatore camerunese, di ruolo portiere.
Considerato uno dei migliori portieri africani di sempre, è stato eletto per due volte Calciatore africano dell'anno: nel 1979 e nel 1982. Con la nazionale camerunese ha disputato due campionati del mondo da titolare (Spagna 1982 e Italia 1990) e uno da secondo portiere (Stati Uniti 1994), vincendo inoltre la Coppa d'Africa 1984 e la Coppa d'Africa 1988. Ritiratosi dall'attività agonistica, per un breve periodo è stato commissario tecnico del Camerun.
CLUBS
Debuttò all'età di 16 anni, nel 1972, nella squadra del Canon Yaoundé, giocando per dieci stagioni. Nell'estate 1982, dopo i Mondiali, venne acquistato dall'Espanyol, sfiorando la Coppa UEFA nel 1988, quando gli spagnoli si giocarono la finale con il Bayer Leverkusen. N'Kono è diventato il calciatore africano con più presenze nella storia della Liga con 241 partite in 9 anni. Il suo record è stato battuto successivamente dal connazionale Samuel Eto'o. In seguito ha militato nel CE Sabadell (1991-1993), per poi trasferirsi in Bolivia chiudendo la carriera disputando tre stagioni col Club Bolívar (1994-1997) e aggiudicandosi due titoli di campione nazionale.
NAZIONALE
N'Kono ha difeso la porta della nazionale camerunese in due edizioni del campionato del mondo, ossia nel 1982, quando il Camerun si classificò terzo nel Gruppo 1 a pari punti con l'Italia e venne eliminato per il minor numero di gol segnati (a parità di punti e differenza reti), e nel 1990, anno in cui la nazionale africana venne eliminata nei quarti di finale dall'Inghilterra per 3-2, dopo esser stata in vantaggio fino a pochi minuti dal termine dei tempi regolamentari.
Fu convocato anche al campionato del mondo 1994, ma non scese mai in campo, facendo da riserva a Joseph-Antoine Bell (che a sua volta gli aveva fatto da vice nelle precedenti due edizioni del torneo disputate dal Camerun).
A livello continentale vinse la Coppa d'Africa 1984 e la Coppa d'Africa 1988.
THOMAS N'KONO LO ZAMORA NERO
idolo di Buffon
Già calciatore africano dell’anno nel 1979 (fu il primo portiere nella storia a ricevere tale riconoscimento) nel 1982 si rivelò al mondo in tutta la sua bravura grazie alla partecipazione del Camerun al mondiale in Spagna. Sempre in quel 1982 vinse per la seconda volta il premio destinato al miglior giocatore del continente africano. Al termine del mondiale spagnolo il forte portiere africano fu ingaggiato proprio in Spagna dall’Espanyol di Barcellona. Dopo 12 anni trascorsi al Canon di Yaoundé, (1970-1982) N’Kono passò ben 11 stagioni in Spagna: dal 1982 al 1991 a difesa dei pali dell’Espanyol e poi, per due stagioni dal 1991 al 1993, giocò nel Sabadell.
E, se gli spagnoli scomodarono il loro portiere più leggendario, un motivo c’era: Thomas N’Kono era un grande interprete del ruolo ed è tuttora considerato una leggenda tra i grandi che hanno vestito la maglia dei Leoni d’Africa: una leggenda del Camerun.
Mondiali
Espana1982-Italia1990
Simbolo con Roger Milla del Camerun che incantò il Mondo a Italia '90, è l'idolo di Gigi Buffon e ha giocato in Europa con l'Espanyol.
Quando si pensa a un portiere africano, istintivamente viene alla mente subito lui: Thomas N'Kono,probabilmente il più forte estremo difensore che il Continente nero abbia mai espresso, assieme al suo eterno rivale, Joseph-Antoine Bell.
Un metro e 83 centimetri per circa 80 chilogrammi, il giovane Thomas nasce a Dizangué il 20 luglio 1955 e si innamora presto del ruolo del portiere, per il quale mostra un talento innato fin da adolescente. Ad appena 16 anni, nel 1972, debutta in Prima squadra con il Canon Yaoundé, formazione della capitale del Camerun.
Decisivo per la sua crescita è l'arrivo dalla Jugoslavia del preparatore Vladimir Beara, il leggendario 'Portiere ballerino', considerato uno dei più grandi interpreti del ruolo mai esistito. Beara si trasferisce infatti in Camerun nel 1973, quando N'Kono è appena diventato maggiorenne.
N'Kono, grazie al lavoro con Beara, sviluppa un'agilità impressionante, diventa un gatto fra i pali, dove si distingue per le parate spettacolari e le respinte con i pugnia sbrogliare le situazioni più pericolose. Grazie anche al suo portiere, il Canon vince 5 campionati, il primo nel 1974, l'ultimo nel 1982, 2 Coppe dei Campioni d'Africa, nel 1978 e nel 1980, e una Coppa delle Coppe africana nel 1979. Quando la Nazionale del Camerun si qualifica per la prima volta nella sua storia aiMondiali di Spagna 1982, N'Kono è già molto famoso nel continente africano, ma di fatto semisconosciuto nel resto del Mondo.
I Mondiali saranno per lui un grande palcoscenico per mostrare le sue qualità. La Nazionale dei Leoni indomabili, inserita nel Gruppo 1 con Italia, Polonia e Perù, infatti, sfiora la qualificazione alla seconda fase senza mai perdere una gara. Sempre con indosso i pantaloni lunghi, particolarità in cui sarà poi copiato dall'ungherese Kiraly, N'Kono prima strega gli attaccanti del Perù (0-0 al Riazor il 15 giugno), quindi cala la saracinesca davanti alla Polonia di Boniek e Lato, infine se la gioca nella terza partita con l'Italia di Bearzot.
Solo un colpo di testa di Graziani riesce a sorprenderlo, ma il portiere del Camerun evita a più riprese il possibile raddoppio azzurro e i suoi compagni riescono a segnare la rete del pari. Finisce 1-1 e a parità di punteggio (3 punti) è la miglior differenza reti a consentire agli Azzurri di qualificarsi alla seconda fase.
ITALIA - CAMERUN 1982
una partita con ombre e inchieste che rimangono sepolte dalla storia.
L'exploit ai Mondiali consente a N'Kono di diventare il primo portiere nero a giocare con successo in Europa: Thomas lascia infatti l'Africa per sbarcare nella Liga con l'Espanyol, la seconda squadra di Barcellona. Con i biancoblù il camerunense gioca per ben 9 stagioni, dal 1982 al 1991,togliendosi grandi soddisfazioni pur senza vincere trofei e guadagnandosi l'epiteto di 'Zamora nero'. Nei derby con il Barcellona si toglie il lusso di parare un rigore a Schuster e di compiere alcuni prodigiosi interventi su Michael Laudrup, mentre nel 1987/88 trascina con le sue parate la squadra alla finale di Coppa UEFA.
Nel loro cammino i catalani eliminano anche il Milan di Sacchi ai sedicesimi e l'Inter di Trapattoni agli ottavi di finale. Nell'ultimo atto contro il Bayer Leverkusen, però, il grande portiere del Camerun commette una grave leggerezza. L'Espanyol vince 3-0 la sfida di andata in casa a Barcellona, con N'Kono protagonista con le sue parate spettacolari. Al ritorno a Leverkusen tutto fa pensare che i catalani possano alzare il trofeo. Invece poco dopo l'ora di gioco, N'Kono si distrae e si fa soffiar palla ai limiti dell'area dal brasiliano Tita (giocherà anche in Italia nel Pescara, ndr), che avvia la rimonta tedesca, poi completata dai goal di Götz e del sudcoreano Cha-Bum Kun.
La sfida si decide ai rigori, dove i tedeschi si fanno preferire e conquistano il trofeo imponendosi 3-2. In Nazionale nel 1984 N'Kono vince con il Camerun la Coppa d'Africa. Non c'è invece nell'edizione del 1988, che si gioca in Primavera, quando la stagione europea deve ancora esprimere i suoi verdetti. Per l'occasione N'Kono cede il posto al suo rivale Joseph-Antoine Bell, che milita nell'Olympique Marsiglia. Bell gioca delle grandi partite e aiuta la squadra a conquistare il trofeo, con il successo per 1-0 sulla Nigeria nella finale di Casablanca. Così ai Mondiali di Italia '90 sembra che sia lui a dover raccogliere l'eredità di N'Kono giocando da titolare, tanto che gli viene assegnato il numero 1, mentre il suo rivale è reduce da una stagione difficile, con il club catalano retrocesso in Segunda División.
Invece Bell, di idee politiche contrarie al regime che governa il Paese, intavola aspre polemiche con la Federazione sulla gestione del ritiro della squadra e per le dichiarazioni al veleno a un giornale francese è relegato a dodicesimo. Ancora una volta sarà così N'Kono, che indossa il numero 16, a proteggere la porta del Camerun del sovietico Valeri Nepomniacij nella fantastica cavalcata fino ai quarti di finale. Nel Girone B i Leoni indomabili superano Argentina e Romania, e la sconfitta con l'U.R.S.S. è praticamente indolore. Thomas apprende di dover giocare da titolare con l'Albiceleste solo 5 ore prima della sfida.
I Leoni indomabili accedono agli ottavi come primi e hanno la meglio anche sulla Colombia di Higuita, battuta 2-1. Nei quarti di finale però arriva l'Inghilterra. Platt porta in vantaggio gli inglesi, ma nella ripresa Milla si procura un rigore e Kunde firma l'1-1 dal dischetto. L'inerzia della gara passa dalla parte degli africani, con Ekeke che trova il 2-1 al 65' su assist di Milla. Sembra fatta ma nel finale un fallo ingenuo su Lineker consente all'Inghilterra di pareggiare: 2-2. Nei supplementari un altro rigore: Lineker è imbeccato in contropiede, tenta l'aggiramento a N'Kono e c'è un contatto. Per il portiere africano non è rigore, la pensa diversamente l'arbitro. Lineker segna ed elimina in rimonta il Camerun dai Mondiali.
L'impresa del Camerun in Italia fa però il giro del Mondo e tra i ragazzi che guardano con attenzione e ammirazione le parate di N'Kono c'è anche un certo Gigi Buffon. È in quell'occasione, infatti, che il futuro portiere elegge il camerunense come suo idolo e decide che avrebbe fatto il portiere. Così, nel 1999 va in Africa ad assistere al suo addio al calcio e nel 2007 dà il nome di Thomas al suo primogenito, nato dalla relazione con Alena Seredova.
"Gigi è un amico, a volte ci sentiamo. - spiega N'Kono -È stato un onore sapere che ha chiamato suo figlio come me. Era addirittura presente al mio addio al calcio giocato in Camerun nel 1999. Potete immaginare lo stupore della gente nel vedere un ventenne bianco durante quell’occasione".
Ritiratosi all'età di 41 anni è diventato preparatore dei portieri, lavorando per molti anni con l'Espanyol. È stato inoltre vice-allenatore del Camerun. In queste vesti è stato protagonista di un curioso episodio nella Coppa d'Africa del 2002. Nelle semifinali contro i padroni di casa del Mali, infatti, finisce in manette per aver praticato, secondo l'accusa, dei presunti rituali di magia nera per garantire ai Leoni indomabili l'accesso alla finale. Con lui e il Ct. Schafer in arresto, la squadra travolge però ugualmente il Mali, qualificandosi alla finale e poi vincendola contro il Senegal ai calci di rigore.
L'IFFHS ha di recente nominato N'Kono 2° miglior portiere africano del XX secolo dietro Bell. Ma se chiedeste a Buffon chi è stato per lui il numero uno del Continente nero, non avrebbe dubbi nell'indicare il suo amico e idolo Thomas.
23 GIUGNO 1982
Un grande punto interrogativo contrasta la splendida cavalcata mondiale dell’Italia 1982. Il match con il Camerun fu “aggiustato”? Oppure tutte le voci che girano attorno sono solo una grande bufala?
La più clamorosa partita truccata del calcio italiano?
L’inchiesta giornalistica sull’accomodamento di Italia-Camerun del Mondiale 1982, terza partita italiana al torneo che poi vinse spettacolarmente, fu silenziata dai media e ovviamente dagli addetti ai lavori. Tutto si può dire, tranne però che mancassero le prove. Oliviero Beha, giornalista sportivo e non solo scrisse un libro assieme a Roberto Chiodi,"MUNDIALGATE" per mettere insieme le loro inchieste dell’84 su Epoca che accusavano l’Italia di avere pagato qualcuno del Camerun per ottenere il punto prezioso di quella partita…
Ecco come Beha ha poi riassunto la storia della più clamorosa ipotesi di partita truccata della storia della nazionale italiana raccontata nel suo libro:
L’Italia-Camerun più famosa o famigerata della cronaca, il match combinato per antonomasia e sotto gli occhi di tutti, risale infatti all’estate del 1982, Mondiali di Spagna. A Vigo nel primo turno l’Italia in quel momento sbeffeggiata di Bearzot viene da due pareggi, con Polonia e Perù. Se perde va fuori tra le pernacchie (la spernacchiava Matarrese già allora presidente della Lega), se pareggia sopravvive comunque per il quoziente reti. Il Camerun se pareggia viene eliminato ma torna imbattuto in patria a ricevere soldi (assai pochi) e onorificenze dal regime monocratico avviato a diventare militare a colpi di guerriglia, prima squadra africana a riuscire in un’impresa simile di grande orgoglio patriottico, figurando così dignitosamente in un Mondiale ossia in tv. Fu uno 0-0 travestito da 1-1, prima Graziani su scivolata di N’Kono, il portiere dalla lunga carriera spagnola, un secondo dopo il camerunense M’Bida, unico gol in carriera credo, di fronte a Zoff e a una difesa da “strano interludio”, sapete, quelle belle statuine della piece di O’Neill. Nessuno protestò più di tanto, allora, mentre in contemporanea Germania e Austria “biscottavano” ai danni dell’Algeria, per passare a braccetto al turno seguente: invenzioni di chi scrive? Macchè, qualcuno dei “biscotta- tori” avrebbe confessato molti anni dopo che le cose erano andate esattamente così, come ci erano parse “in diretta”. Per Italia-Camerun, viatico per gli azzurri di un Bearzot poi portato in trionfo a Madrid, con Pertini, Spadolini e i giocatori, non ci fu al momento alcuno strascico, se non a cena, tra colleghi che ne avevano viste tante di quel genere e quindi pensarono bene di non scrivere nulla. Dov’era il Blatter indignato di oggi?Al mare, in Galizia?No, era già segretario generale della Spectre/Fifa, ma evidentemente gli andava bene così. Dov’era Giancarlo Abete? Negli scranni di una delle sue legislature come deputato democristiano, attendente di un Franco Carraro già allora presidente del Coni come oggi è in Cina, dall’Olimpica, quale membro del Cio. Chi mise in dubbio un paio d’anni dopo, grazie a un’inchiesta in Africa e in Europa dal significativo e minaccioso titolo di “Mundialgate”, quel “biscotto” italo-camerunense e una serie di trame da far rabbrividire (cfr. il boss camorrista Michele Zaza che esercitava per conto del presidente della Federcalcio di allora, Federico Sordillo, il suo legale), fu chi scrive. Mal gliene incolse. Come mi disse Carraro telefonicamente all’epoca, nell’estate del 1984, ”Lei non lavorerà più, ho parlato con il suo Direttore”. Trattavasi di Scalfari, che all’epoca dialogava con il potere terreno e non con quello divino. Aveva ragione quasi del tutto Carraro.
Oliviero Beha: “L’affare Camerun mi è costato la carriera. Sono stato mandato via da la Repubblica, dov’ero inviato speciale e anche dopo non ho avuto spazi per svolgere il mio lavoro. Ma sono stato fortunato. Ho ricevuto minacce di morte da parte della camorra, che era coinvolta nella cosa. Sono stato messo davanti a un bivio. Potevano farmi pagare con la carriera o con la pelle. Mi hanno portato via “solo” la carriera. Quella non era una semplice partita. L’Italia, dopo due pareggi, aveva bisogno almeno di un terzo pari per passare il turno e non ripetere, dopo 16 anni, un’altra Corea. Non ultimi, c’erano gli interessi degli sponsor. Il Camerun che vendette il pareggio. A loro importava solo di tornare imbattuti (infatti diventarono i Leoni Indomabili). E cosi’ fu. Alcuni giocatori del Camerun e il loro c.t. Jean Vincent presero 30 milioni di lire ciascuno. Nessun coinvolgimento dei giocatori italiani. Erano coinvolti soltanto i dirigenti. Il presidente della Federcalcio, Federico Sordillo, e ho le prove per dimostrarlo, ottenne l’appoggio concreto di Michele Zazza, uno dei più importanti capocamorristi dell’epoca. Che, tra l’altro, quando mi incontrò, riuscì anche a ironizzare sul fatto che quella Coppa era anche merito suo…. Ho un testimone dell’incontro che ebbi in carcere con Zazza nel 1987. E ho il materiale filmato di tutte le testimonianze, dei giocatori camerunesi e di un faccendiere italiano collegato al terrorismo, emigrato poi in Corsica. In pratica, tutto quello che racconto nel libro e’ riversato in diverse ore di un documentario, ovviamente mai andato in onda. Nel suo Trilogia della censura lei scrive di altre due indagini (una su Antonio Gava,Licio Gelli, Silvio Berlusconi e Pierferdinando Casini) che sarebbero state bloccate. Il caso Camerun, doveva essere pubblicato da una grande casa editrice nel 1984. Ma tutto naufragò. Vennero stampate solo alcune copie che girarono in ambito giornalistico”.
Dubbi , mezze verità interpretazioni comunque sia quella rimane nella STORIA DEI MONDIALI sicuramente la vittoria più inaspettata ma la più bella in assoluto
BEARZOT con i suoi campioni rimarranno sempre sul gradino più alto per quell'impresa unica e storica .