IL DERBY della CAPITALE 🇮🇹
Il derby stracittadino più sentito d'Italia
quando i tre punti per la vittoria sono troppi pochi per l'importanza di un derby
STADIO OLIMPICO
UNO STADIO PER DUE
Costretti dalla burocrazia italiana, dalla mancanza di fondi e dal poco coraggio delle varie amministrazioni comunali, le due società sono obbligate a condividere lo Stadio Olimpico, l'unica cosa in comune tra Lazio e Roma .
Roma Lazio caput football, il derby Capitale
Roma città eterna, come eterna è la rivalità tra le due squadre della capitale. Lazio e Roma. Due modi di vivere diversi, due universi che non si incontrano tra loro.
Universi paralleli della stessa urbe
A Roma le due anime, quella biancoceleste e quella giallorossa, mal convivono.
Qui non è come a Milano, dove sovente tifosi di Inter e Milan si conoscono perfettamente tra di loro, ridendo e scherzando sulle rispettive fedi calcistiche. Qui non è come a Genova, dove la conformazione stessa della città, stretta e rannicchiata sul mare, costringe genoani e sampdoriani a condividere la vita quotidiana. Non è nemmeno come a Torino, città dove è pulsante il cuore granata, e dove la Juventus è semplice ospite, raccogliendo tuttavia migliaia di tifosi dal resto d’Italia.
QUI È DIVERSO !
Se tu sei laziale e io sono romanista, non abbiamo assolutamente nulla da dirci.
CURVA SUD ASROMA
I Giallorossi
Sono da sempre stati, come abbiamo visto, espressione del tifo “popolare”. E hanno legato la propria storia ai grandi eroi. Difficile trovare un altro club i cui componenti, spesso nati e cresciuti nella capitale, abbiano saputo identificarsi al 100% con la propria maglia. Da Totti a Di Bartolomei, da Giannini a Bruno Conti, da De Rossi a Fulvio Fuffo Bernardini. Orgoglio della Roma, e orgoglio di Roma. Giocatori che hanno saputo, nelle diverse epoche, cucire lo stemma della Lupa nel cuore dei propri tifosi.
CURVA NORD SSLAZIO
I Biancocelesti
Dal canto suo, ha un po’ perso quella storica connotazione borghese di inizio secolo. I laziali hanno sempre malvisto i cugini, più numerosi fin dal principio, dal momento che la curva giallorossa ha, fin dalla propria fondazione, accolto tra le proprie braccia i supporters di tutte e 3 le squadre che hanno contribuito a farla nascere: Alba, Roman e Fortitudo. Meno legati, sempre rispetto ai cugini, ai simboli storici della città (dal gladiatore al Colosseo), ma fieri della propria identità. Anche i biancocelesti hanno avuto le proprie bandiere. Come dimenticarsi di Pino Wilson,Vincenzo D’Amico,Giorgio Chinaglia,Paolo Di Canio.
STORIA STEMMI E COLORI SOCIALI
La sfida tra le due squadre rappresentò, almeno inizialmente, la contrapposizione di due diversi schieramenti: SSLAZIO fu fondata nel 1900 in piazza della Libertà, in quello che sarebbe poi divenuto il rione Prati, dove abitavano gli impiegati del nuovo stato unitario. La società, che costituì ufficialmente il suo settore calcistico il 3 ottobre 1910 (anche se iniziò a giocare al calcio molto presto con partite documentate fin dal 1901), scelse come campo di gioco lo stadio della Rondinella, situato nel quartiere Flaminio, quartiere della medio-alta borghesia cittadina.
ASROMA invece, nacque ventisette anni dopo da una fusione di sette società per mano di Italo Foschi, seguendo le direttive della Carta di Viareggio. La Roma giocò per tre campionati, dal 1927 al 1930, al motovelodromo Appio sito nel quartiere Tuscolano, disputando la prima gara il 17 luglio 1927, vinta contro gli ungheresi dell'Újpest. Nel frattempo la società giallorossa aveva provveduto alla costruzione di un nuovo impianto, il campo Testaccio sito nell'omonimo rione popolare, nel quale si trasferì nel novembre del 1929.
I COLORI SOCIALI E GLI STEMMI
marcarono subito la distinzione fra i due club: per i biancazzurri le tinte furono quelle della bandiera della Grecia, patria dei primi Giochi olimpici, scegliendo come stemma l'aquila imperiale, uno dei simboli delle legioni romane. Di segno opposto la scelta della Roma, che 27 anni dopo attinse i colori giallorossi da quelli della città (il rosso porpora e il giallo oro del gonfalone del Campidoglio) con il simbolo della Lupa capitolina.
Storia del derby più sentito in Italia
Neve, Black out colpi di pistola
5 episodi del derby dalle origini agli anni 70
Nel corso degli anni la stracittadina di Roma ha sempre saputo offrire uno spettacolo formidabile al punto da consentirle di sbarcare nelle case di oltre 170 paesi in tutto il mondo. Il derby di Roma è infatti una partita unica sotto tutti i punti di vista. L’imprevedibilità fa da padrona e in effetti non sono pochi gli episodi che hanno segnato questa sfida nella storia.
Primo derby della storia Lazio - Roma
Era l’8 dicembre 1929derby tra Lazio e Roma si giocò allo stadio della Rondinella, che sorgeva dietro l’attuale Curva Nord del Flaminio e doveva il suo nome all’insegna a forma di rondine di un’osteria ottocentesca ubicata proprio in vicolo della Rondinella. Era l’impianto dei biancocelesti e per l’occasione registrò il tutto esaurito: dodicimila spettatori per un incasso di ben 130.000 lire, un vero un record Lazio 0 - 1 Roma .
Secondo derby Roma - Lazio
Benito Mussolini assiste al secondo derby della Capitale
Nel girone di ritorno si giocò il primo derby al campo Testaccio, conclusosi nuovamente con una vittoria dei giallorossi (3-1)
La scazzottata del 1931
Squalifica del campo per Roma e Lazio, multa di 3.000 lire ad entrambe le società, quattro gare di squalifica al romanista De Micheli e tre a Bernardini (Roma) e Ziroli (Lazio). Un bottino niente male quello del derby di Roma giocato il 24 maggio 1931 e tutto per colpa di una rimessa laterale. Sul risultato di 2-2, la notizia del vantaggio della Juventus scuote i giallorossi che iniziano ad accelerare per trovare la via del gol vittoria. Nei minuti finali la palla esce dal rettangolo di gioco, il terzino giallorosso De Micheli si affretta per riprendere il gioco ma il presidente della Lazio Giorgio Vaccaro scaglia la sfera lontano. E’ la miccia che rompe un già fragile equilibrio: De Micheli si avventa contro il generale e gli rifila un pugno che innesca una rissa sul campo e sugli spalti. Sarà necessario l’intervento della polizia a cavallo per sedare gli animi, è il primo episodio di violenza della storia del derby di Roma.
Il doppio voltafaccia
Nell’estate del 1934 lo storico capitano della Roma Attilio Ferraris IV fu ceduto alla Lazio con la clausola di non giocare il derby pena il pagamento di una multa di 25.000 lire. Un salvataggio in corner della società per tentare di rimediare al danno ma un’ulteriore beffa è in arrivo. Il 18 novembre del 1934, data del derby di andata, la Lazio decide all’ultimo minuto di pagare la multa e di far scendere in campo Ferraris. All’ingresso in campo, i tifosi giallorossi accolgono l’ex beniamino con il coro “Venduto, venduto” mentre i laziali rispondono con un beffardo “Comprato, comprato”.Ma i tifosi di entrambi gli schieramenti non possono immaginare un retroscena: pare che alcuni giocatori si fossero radunati prima della gara per truccare il risultato: 1-1, come da copione.
La Lazio paga il buio
Non da una rete o da una parata, il derby della fase a gironi di Coppa Italia del 7 novembre del 1969 viene deciso in tribunale. Eppure un gol la Roma lo aveva fatto e il marcatore di quella (inutile) rete fu Peirò al 35’ con un grande gesto tecnico. A convincere l’arbitro Di Bello a sospendere la partita a soli 6’ dalla fine è un black outche lascia completamente al buio lo Stadio Olimpico. Nei giorni successivi, il giudice sportivo applica il principio della responsabilità oggettiva nei confronti del club biancoceleste che perde così la partita a tavolino per 2-0.
La nevicata del secolo
Nel mese di marzo del 1956 l’Europa e in particolare l’Italia vengono investite da una ondata di gelo e da quella che sarà ribattezzata la “nevicata del secolo”. Il 4 marzo dello stesso anno allo Stadio Olimpico Roma e Lazio sono pronte a darsi battaglia in un derby che vale una buona fetta di stagione. A frenare il fischio d’inizio è proprio una furiosa nevicata che si abbatte sulla Capitale costringendo i giocatori a darsi appuntamento al mese successivo. Nell’insolito freddo polare, la Roma sudamericana di Ghiggia e Da Costanon si trova a suo agio come i biancocelesti guidati dagli scandinavi Selmosson e Præst che si imporranno nella gara di recupero per 1-0 con il gol di Muccinelli.
Gli spari dell’ex Petrelli
Il legame tra la Lazio degli anni ’70 e le armi è stata spesso confermata dagli stessi protagonisti. Una passione quella per le armi introdotta da alcuni giocatori, su tutti Sergio Petrelli, ex giallorosso, che alla vigilia di un derby del ’74 si rende protagonista di un episodio bizzarro quanto pericoloso. Sotto l’albergo che ospita i calciatori biancocelesti, un gruppo di tifosi romanisti si raduna per dare fastidio e rovinare il sonno ai giocatori laziali. A prendere in mano drasticamente la situazione è lo stesso Petrelli che spara due colpi per spaventare il gruppetto di disturbatori colpendo un lampione nelle vicinanze. Il gesto convince i tifosi giallorossi a lasciare l’albergo, non era decisamente aria.
ROMA - LAZIO 28 ottobre 1979
Il Derby di sangue
Assassinio all'Olimpico
Vincenzo Paparelli,
Uno dei momenti più tristi e agghiaccianti nella storia dei derby di Roma, la morte del tifoso laziale colpito al volto da un razzo a paracadute di tipo nautico che attraversò tutto l’Olimpico, dalla Curva Sud a quella Nord, prima della partita del 28 ottobre 1979. Paparelli aveva 33 anni e stava mangiando un panino con la frittata.
Stava mangiando un panino mentre osservava il cielo plumbeo che minacciava pioggia e due razzi di segnalazione, partiti dalla Curva Sud, finiti fuori dagli spalti dopo una traiettoria a zig-zag. Ad un certo punto, sempre dalla curva Sud, parte un terzo razzo che compie una linea retta di quasi 150 metri che lo colpirà in pieno volto andandosi a conficcare dentro un occhio. Racconta un testimone di una lunga scia nera e schizzi di sangue ovunque. Paparelli si accascia su se stesso e la moglie, che era seduta accanto a lui, comincia ad urlare e chiedere aiuto ma molti tifosi scappano in preda al terrore. Un ragazzo cerca di intervenire cercando di togliere il petardo dall'occhio di Paparelli ma ci riesce solo a metà e dal foro sul viso e da dietro la testa esce del fumo. Arrivano i medici ed una barella che lo porta nell'antistadio della Curva Nord dove c'è un'ambulanza che di corsa, a sirene spiegate, cerca di raggiungere l'Ospedale Santo Spirito dove però il povero Paparelli giungerà cadavere.
Erano un’altra Italia e un altro calcio quelli in cui morì questo tifoso di una Lazio anch’essa molto diversa dalla squadra di oggi. Ma ricordarlo non è un esercizio retorico perché il pallone è ancora oggi prigioniero a tratti di un’ assurda scissione tra l’immortale fascino del gioco e delle passioni che produce e il sopravvivere di una cultura dell’odio che non nasce e muore soltanto dentro lo stadio, ma che lo stadio non è stato capace di battere. Prima di tutto però la storia di Vincenzo Paparelli è la vicenda di un uomo,di uno di noi.
I carabinieri schierati con i lacrimogeni a bordo campo, nel pomeriggio del 28 ottobre 1979, mentre è in corso la partita Roma-Lazio (finirà 1 a 1), dopo la morte del tifoso biancoceleste. La decisione di giocare ugualmente, nonostante la tragedia avvenuta unora prima,fu presa per ragioni di ordine pubblico e sollevò accese polemiche.
Il giorno in cui Roma e Lazio giocarono con la stessa maglia in onore di Paparelli
la partita a ranghi unificati più celebre è quella del 18 novembre 1979 data in cui fu organizzata una amichevole mista Roma e Lazio in occasione della tragica morte del tifoso biancoceleste Vincenzo Paparelli.L’evento ribattezzato “Derby dell’amicizia” fu organizzato dalle due società con l’intento di raccogliere fondi per la famiglia dello sfortunato tifoso laziale.
I giocatori si divisero nella squadra dei romani e del resto d’Italia allenate rispettivamente dai tecnici Lovati e Liedholm e con i simboli dell’aquila e del lupetto stilizzato cuciti nella stessa divisa. La gara terminò 2-1 con doppietta di Pruzzo ma ai circa 19.000 spettatori presenti del risultato importò poco o niente, fornì un esito assai insoddisfacente.
Nella storia infatti non sono stati rari i momenti in cui per motivi diversi le due compagini capitoline sono state chiamate ad unirsi per formare un’unica rappresentativa dell’Urbe. Roma e Lazio con la stessa divisa, gli stessi colori e la stessa porta da difendere, quella che sembra una storia assurda è in realtà quanto accaduto soprattutto nella prima metà del novecento a scopo propagandistico.
In occasione della prima sfida mistadella storia che ebbe luogo nel 1928 allo Stadio Nazionale davanti a circa 20.000 spettatori. La selezione romana affrontò l’allora corazzata del calcio ceco, il Viktoria Zizkov in una gara terminata 4-2 per i capitolini grazie ai gol di Volk (doppietta), Fasanelli e Pardini. Il successo dall’alto valore propagandistico per il regime mussoliniano spinse gli organizzatori a replicare l’iniziativa anche l’anno successivo. Così nel 1929 nel contesto di una tournée di squadre straniere in Italia che interessò anche Milano,Bologna e Genoa Rappresentativa di Roma sfidò sempre allo Stadio Nazionale l’Hungaria perdendo 4-3. Dopo altre sfide simili tra cui una contro i militari dell’English Army, romanisti e laziali scesero di nuovo in campo insieme nel 1973 quando Giorgio Chinaglia e Pierino Prati, accantonata la rivalità che li vedeva bestie nere delle rispettive avversarie, sfidarono l’Armata Rossa del Cska Mosca. Il risultato fu ancora deludente: 1-0 per i sovietici di fronte a 50.000 spettatori amareggiati dalla prestazione sotto tono fornita dall’attacco capitolino. Fu di fatto la penultima occasione di assistere ad una gara a ranghi unificati, prima del derby dell’amicizia
LAZIO - ROMA 0-0
21 marzo 2004
SOSPESA
47' partita sospesa per ordine pubblico
(dal sito Ansa) La follia attraversa ancora una volta il mondo del calcio, ma questa volta ha sembianze trasversali. L'episodio di violenza che scatena il tutto e' frutto solo di un enorme passaparola, ma il derby dell'Olimpico viene sospeso per motivi di ordine pubblico perche' 70 mila tifosi sono fortemente convinti che stavolta c'e' scappato il morto. La polizia smentisce, ma non basta . Il tamtam di laziali e romanisti, una volta tanto solidali, ha la meglio. Rosetti, sentiti i vertici del calcio e i responsabili dell'ordine pubblico, decide di chiudere la stracittadina. Troppo alto e' il rischio di mettere a repentaglio tante vite.Tutto intorno e' fumo, lacrimogeni, devastazioni. Si vive all'Olimpico un'atmosfera surreale, da day after.
Il derby romano dura 47' poi viene sospeso all'inizio del secondo tempo quando si sparge la voce della morte di un tifoso . Sulle prime si parla di un bambino investito dalla macchina della polizia. I tam tam tra tifosi si propagano: vengono tolti gli striscioni, qualcuno grida 'assassini'. Rosetti fa cominciare la partita ma dopo 2' viene convinto a fermare la gara. I giocatori si guardano intorno, sono inebetiti, perplessi, impauriti. La voce della morte di un tifoso ha raggiunto anche loro. Si formano conciliaboli, passano i minuti tra la paura sugli spalti, la trepidazione per una voce che sembra troppo continuativa per essere del tutto destituita di fondamento. Invano lo speaker due volte rassicura: la questura informa che non e' vero, non c'e' stato nessun incidente. Passano altri interminabili minuti. Rosetti e' pronto a scodellare il pallone dopo una decina di minuti, ma i romanisti non se la sentono . Cassano e' il piu' deciso, Totti e' d'accordo. Tutti pensano che e' incredibile dover sospendere una gara per una voce non controllata, ma fuori della curva sud si alza un minaccioso fumo nero, i timori di ordine pubblico prevalgono. I giocatori sentono sul collo la rabbia delle due tifoserie unite, le grida e gli insulti, gli inviti che sono quasi ordini: mollate, non potete giocare.
E Rosetti allarga le braccia, parla nervosamente al telefonino, chiede istruzioni sul da farsi. Nessuno sa cosa fare, e' come se tutti i giocatori fossero ostaggio di una situazione incontrollabile, ingestibile. La decisione alla fine viene presa dopo 28' dall'inizio teorico del secondo tempo. I giocatori escono, ma poi ci ripensano. Non possono lasciare la folla preda delle sue paure e di un possibile volonta' di vendicare qualcosa che ritengono sia successo. Totti da una parte va verso la Sud, Mihajlovic e Liverani verso la Nord. Intanto esce del fumo nero fuori della Sud. Il pubblico del feudo giallorosso non puo' uscire, allora migliaia di persone sfilano dentro il campo per guadagnare le uscite. Il timore di incidenti, di vendette e' forte. Di nuovo lo speaker assicura che non e' successo niente. Ma per rassicura in maniera piu' forte ecco l'appello di Sensi e Masoni, di Mihajlovic e Totti: andate a casa tranquilli, non e' successo niente, ci rivediamo in un'atmosfera piu' tranquilla al prossimo derby.
Durante le operazioni di uscita dallo Stadio Olimpico i due presidenti Sensi e Masoni insieme ai Capitani Totti e Mihajlovic hanno tranquillizzato il pubblico.
STATISTICHE, DATI, INTERPRETI, DEL DERBY "CAPITALE"
Sono ben 179 le partite ufficialidisputate tra Roma e Lazio. I precedenti sorridono ai giallorossi, che hanno strappato una vittoria nel derby in 66 occasioni, sono 48 invece le vittorie della Lazio, poi 65 pareggi. Se al totale delle gare ufficiali si va ad aggiungere anche quello delle partite non ufficiali, il numero di derby disputati nella storia sale a 193, con 72 successi dei giallorossi e 55 dei biancocelesti, e con 66 pareggi. Bilancio abbastanza squilibrato anche per quanto riguarda le reti messe a segno nel derby. Sono 222 in gare ufficiali e 243 in generale quelle segnate dalla Roma, mentre sono 178 ufficiali e 199 totali quelle messe a segno dalla Lazio.
Roma-Lazio: i migliori calciatori nella storia del derby
Sono tanti i calciatori importanti che nel corso degli anni hanno preso parte dal derby della Capitale. Tra i tanti possiamo ricordare Francesco Totti, Amedeo Amadei, Silvio Piola, Daniele De Rossi o, più recentemente, anche Ciro Immobile. Tra questi alcuni hanno però lasciato una traccia indelebile nella storia della stracittadina. Il calciatore che l'ha giocata più volte è proprio Francesco Totti, che ha disputato la bellezza di 44 derby di Roma, 45 se si considerano anche le partite non ufficiali. Il primo per la Lazio è invece Giuseppe Wilson, che di derby ne ha giocati 23. Se andiamo a vedere la classifica dei marcatori è ancora il pupone a primeggiare. Insieme a Dino da Costa è proprio Totti infatti il migliore marcatore di sempre nella partita con 11 realizzazioni. Considerano le gare non ufficiali però, da Costa lo supera arrivando a 12. Per la Lazio è invece Silvio Piola il migliore bomber con sette centri, segue Ciro Immobile a sei.
I RECORD
Oltre ad essere il calciatore con più presenze e più gol nella storia del derby, Francesco Totti è anche il calciatore che più volte nella storia lo ha vinto questo derby, ben 16. Il giocatore che invece ha segnato più autogol è Sergio Santarini, che ne ha messi a segno due. L'allenatore che ha allenato per più derby Nils Liedholm, con 16 derby in saccoccia. Il calciatore in grado di segnare più gol in una singola partita, e l'unico a segnarne così tanti, è stato Vincenzo Montella: l'aeroplanino mise addirittura a segno un poker nel derby nel 2001-02. Appena tre invece i calciatori che sono riusciti a timbrare il cartellino con entrambe le maglie: Arne Selmosson, Aleksandar Kolarov e Pedro. L'unico allenatore nella storia in grado di vincere tutti e quattro i derby disputati in stagione (due di Serie A e due di Coppa Italia) è stato Sven-Goran Eriksson, allenatore della Lazio. Quelli che ne hanno vinti di più consecutivamente in campionato sono invece Luigi Barbesino con la Roma e Tommaso Maestrelli con la Lazio, entrambi a quota quattro vittorie di fila.
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Autogol Tra le più umilianti, quella di Paolo Negro nel 2000, di petto su rinvio di Nesta, anche se il capocannoniere al contrario delle stracittadine della Capitale è Sergio Santarini, che di autogol ne ha segnati ben due.
Esultanza Questo è il derby di Roma, uno dei più sentiti al mondo. Ogni gol segnato può portare a momenti di gioia esagerata, come quella di Di Canio, autore di una rete sotto la Curva Sud nel 2005, esattamente come aveva fatto 16 anni prima nel 1989. Ma sono tantissimi gli “scatti” memorabili: impossibile dimenticare ad esempio il selfie di Totti sempre sotto la Curva Sud, nel 2015.
Novantesimo Se non oltre, naturalmente: un derby vinto in zona-Cesarini, che soddisfazione. Tra i più goduriosi, in epoca recente, quello del 2011 risolto da Klose a favore della Lazio, e il gol di Behrami nel 2008, sempre a favore dei biancocelesti.
Quattro Una delle annate peggiori per i tifosi romanisti fu quella 1997-98, quando ci furono ben quattro derby tra campionato e quarti di finale di Coppa Italia. Furono quattro vittorie della Lazio, allenata da Eriksson: 3-1 e 2-0 in Serie A, 4-1 e 2-1 in Coppa Italia. Un vero dramma per i giallorossi, con Di Biagio espulso in due di queste quattro partite.
Quattro Vincenzo Montellal’Aeroplanino, l’unico calciatore in grado di segnare quattro gol in un solo derby, il 10 marzo del 2002. Un poker memorabile in una partita altrettanto memorabile per i tifosi romanisti, con quella vittoria per 5-1. L’altro gol fu realizzato da Totti con un pallonetto da fuori area che uccellò Peruzzi.
Giorgio Chinaglia. uno dei giocatori più amati di sempre dai tifosi biancocelesti. Con lui ogni derby era una battaglia, esultanze in faccia alla Curva Sud e botte (ricambiate) con gli avversari. Statistiche di Chinaglia contro la Roma, 5 gol.
Francesco Totti. Il giocatore con più presenze nella storia del derby: 45, dal 1994 al 2017, contando anche le gare non ufficiali, i gettoni del capitano romanista, contraddistinte da 11 gol. Un periodo di tempo lunghissimo in cui Francesco è sempre stato tra i protagonisti della stracittadina.
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✍🏻 E.A.V.