this is 

PAUL GASCOIGNE

This is incredible GAZZA 

Per dodici volte complessive viene ricoverato, una volta viene ricoverato perché deve disintossicarsi a causa dell'eccessivo consumo di Red Bull, ne beveva circa 60 al giorno. Oltre ai problemi di salute si sono aggiunti, poi, anche quelli economici. Nel 2010 chiese aiuto al sindacato dei calciatori della Premier League perché aveva completamente dilapidato il suo patrimonio, 26 milioni di sterline andati in fumo.

GASCOIGNE: «SONO UN UBRIACO TRISTE. HO CHIUSO COI SOCIAL, NE ERO DIPENDENTE»

«Ho lasciato i social perché stavo diventando dipendente da essi, so di essere più felice quando non bevo. A volte sono un ubriaco triste. Sto solo cercando di godermi la vita il più possibile e di ottenere il massimo da ciò che ho».

Avercene di Paul Gascoigne

L'espressione 'genio e sregolatezza' potrebbero averla inventata per lui.

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A player outside the box of football Un Campione 

Paul Gascoigne dice solo una bugia: «Se ci fosse stato del gin al posto dell’acqua avrei giocato meglio». Poi ride. Forse sa di aver detto una sciocchezza. L’aneddoto si riferisce a un gol segnato in nazionale, che celebrò con la celebre esultanza della (link YouTube▶️ sedia del dentista”) ovvero si sdraiò a terra mentre si faceva schizzare in bocca dai compagni dell’acqua da una borraccia. Era una forma di protesta verso i media, che gli stavano addosso in quel periodo e che lo dipingevano (solo) come un ubriacone.

Per colpa del gin forse Gazza si è rovinato la vita e la carriera e due volte ha rischiato di lasciarci la pelle. «Lui era così in campo e come uomo, uno che andava a 200 km/h e a quella velocità tutto è più pericoloso» dice Mourinho in piena adorazione, e aggiunge «certo avrebbe potuto limitarsi, ma alla fine ha scelto di essere se stesso, se l’è goduta e non so se sarebbe stato lo stesso calciatore se non lo avesse fatto. Lui è lo Special One».

GAZZA È MOLTO DI PIÙ 

Ne abbiamo visti tanti di campioni tacciati di essere genio e sregolatezza, che non hanno ottenuto quanto avrebbero potuto e i loro nomi sono famosi: Balotelli, Mutu, Adriano, Cassano. Tutti festaioli incasinati, sfasciatori di Ferrari, rissosi, viziati a volte. Anche Gazza viene sempre messo in questo elenco ma non è corretto nei suoi confronti. Gazza era molto di più.

Paul Gascoigne è stato un grande calciatore (uno come Maradona, un campione, il migliore calciatore inglese di sempre sicuramente) e un uomo fragile, che ha pagato cari i suoi eccessi e che si presenta di fronte alla telecamera commuovendosi più volte, ma altrettante sfoderando il sorriso che lo ha reso celebre. Il bello di tutto questo non è una storia di autocommiserazione né l’ennesima smielata sui calciatori eroi, ma è prima di tutto la storia di un uomo comune, che voleva dare spettacolo e far emozionare i suoi tifosi.

Gazza e i tanti problemi già da giovane 

C’è anche da dire che di problemi ne aveva e non pochi. A otto anni gli avevano affidato il suo migliore amico mentre la madre si assentava e lui se l’è visto morire tra le braccia investito da un’auto. Quando già era famoso fece una campagna per incitare a giocare a calcio anche gli asmatici e il suo cuginetto gli telefonò perché era malato proprio di asma. «È vero quello che dici in quell’articolo?» chiese. «Certo» rispose Gascoigne, e quello alla prima discesa in campo è morto perché non aveva il suo inalatore.
I fantasmi hanno tormentato Gazza per molto tempo. Il suo telefono è stato sotto controllo per undici anni e le sue conversazioni private finivano sulla stampa nazionale creandogli problemi coi propri familiari, con la moglie, con se stesso. Un pazzoide simpatizzante dell’IRA lo ha tenuto sotto scacco per sei mesi con minacce di morte per colpa di un’esultanza che non sapeva avesse un connotato politico. La stampa che lo aveva portato sull’olimpo della celebrità gli stava addosso aspettando solo un suo passo falso per poter strillare dei titoloni in prima pagina.
E lui col suo comportamento di assist ne ha sempre dati. Sono storiche le sue “gazzate”.

GLI ANNI 90 

L'inizio degli anni Novanta, che sembrano vicini ma sono lontanissimi. Si racconta di un tempo in cui il trasferimento del calciatore per due milioni di sterline era l’affare più costoso della storia del calcio inglese, quando oggi «c’è chi quella cifra la guadagna in un mese» spiega l’ex campione. C’è anche l’Italia nel film e lo storico passaggio alla Lazio. Si vede una vespa che affianca la macchina del campione con un ragazzo romano che in un inglese stentato, prossimo al pianto, gli urla: «You are my god» e Gazza quasi non ci crede. «Gli italiani? Ero circondato da guardie del corpo, volevano tutti toccarmi. Avevo paura. Mai visto niente di simile. Da noi una ventina di persone si presentavano agli allenamenti, ma in Italia un migliaio. E se perdevi il derby dovevi chiuderti in casa per settimane perché ti davano la caccia».

Oggi i giocatori non sono degli dei ma sono delle divinità. I più pagati, i più famosi, i più invidiati. Gente come CR7 sposta le quotazioni in borsa della squadra e si parla di trasferimenti e cartellini come fosse un affare di stato. Il calcio è cambiato, il mondo è cambiato.

A vederlo con gli occhi di oggi quel Gascoigne non sembrava nemmeno un calciatore. Con quelle espressioni che sembrano quelle di un comico e il corpo da rugbista, si è sempre distinto per un comportamento fuori dalle righe e una classe spropositata. Ma non c’è niente di costruito in Gascoigne che come Scarface «è vero anche quando dice una bugia». Telefono a un amico laziale per chiedergli se si ricorda di lui e quasi scoppia a piangere. «Io ero un bambino e lui è stato il primo adulto bambino che ho visto, tifavo Lazio perché tifavo lui, sentivo che era come me».

Sulle sue ginocchia fragili e sul suo fegato spappolato hanno pesato gli anni di eccessi e di bottiglia ma il suo rapporto con l’alcol non è torbido e tormentato, piuttosto è come quello che avrebbe un ragazzino con le caramelle, ne mangia troppe senza rendersi conto del danno. «Chi ha detto che ero triste quando bevevo? In compagnia dei miei amici a bere e giocare al biliardo mi son sempre divertito» afferma, per poi aggiungere «i problemi sono iniziati quando bevevo da solo. Ecco lì sì che ero triste e depresso».

Italia 90🇮🇹 Mondiali 

Gazza è uno che durante Italia-Inghilterra ai Mondiali del ’90 ha preso la testa di Agnelli tra le braccia e l’ha schiaffeggiata come in Benny Hill senza sapere che quel signore che voleva conoscerlo era lì per portarlo alla Juventus. Gazza si è presentato dalla regina di Inghilterra con la sagoma di una donna nuda, ha chiesto a Lady D. se poteva baciarlo, ha cagato nei calzettoni di Gattuso neo arrivato in squadra per fargli uno scherzo, si è spogliato accanto a Dino Zoff durante un viaggio in pullman mentre passavano sotto a una galleria ed erano rimasti al buio. Al risveglio Zoff che era severo e austero, marziale con tutti, semplicemente lo mandò a cagare. Ed è il ricordo di gente come Zoff che ci dice quanto fosse impossibile prendersela con Gascoigne. 
Dopo questi scritti sono sicuro che GAZZA GASCOIGNE lo amerete anche voi.

UN ESEMPIO PER MOLTI PER USCIRE DAI PROPRI GUAI CON VOLONTÀ E SPIRITO DI RIVINCITA . GRANDE GAZZA FOREVER 

✍🏻 Ervin A. V.