OLIMPIA MILANO

Bob McAdoo : "Ho amato più Milano dell'NBA"

La brillante carriera di McAdoo, che è nato a Greensboro, nella Carolina del Nord, il 25 settembre 1951, iniziò al Vincennes Junior College, Indiana, dove militò dal 1969 al 1971.

Capocannoniere NBA e tre titoli

McAdoo ha vinto il Rookie of the Year nella stagione 1972-73 con 18,0 punti e 9,1 rimbalzi a partita. Nella sua seconda stagione da professionista, ha chiuso con una clamorosa doppia doppia di media da 30,6 punti e 15,1 rimbalzi. 
Da allora, nessun giocatore ha avuto una media da 30 e 15 in una singola stagione. Il tutto con il 54.7% dal campo: eccezionale. Ovviamente, è stato selezionato per l’All Star Game, un onore che si sarebbe ripetuto in altre tre occasioni.  
Al termine della stagione 1974-75 McAdoo fu nominato MVP e terminò come capocannoniere della lega con una media di 34,5 punti, oltre a 14,1 rimbalzi e 2,1 stoppate a gara.  
Ha anche tirato con il 51,2 per cento dal campo e l’80,5 per cento ai liberi. Quell’anno fu anche il più votato all’All-Star Game con 98.325 complessivi. Nella stagione successiva si mantenne a 31,1 punti di media. 

Lasciati i Braves, McAdoo firmò ai New York Knicks dal 1976 al 1979 e successivamente giocò per i Boston Celtics (1979), Detroit Pistons (1979-1981), New Jersey Nets (1981), Los Angeles Lakers (1981-1985) e Filadelfia 76ers (1986).

LOS ANGELES LAKERS 

Con i Lakers faceva parte della grande squadra formata da Magic Johnson, Kareem Abdul-Jabbar e James Worthy. Insieme, hanno vinto i campionati NBA nel 1982 e nel 1985. La brillante carriera di McAdoo nell’NBA si è conclusa con 18.887 punti (22.1 ppg.), 8.048 rimbalzi (8.4 rpg.) E 1.147 stoppate (1.5 bpg.).

🏀 TRACER 🏀 OLIMPIA MILANO 

Quando, nell’estate del 1986, McAdoo firmò per la Tracer Milano, allenata da Dan Peterson, aveva quasi 35 anni e molti dubitavano della sua capacità di giocare a quel livello. 

L’inizio della stagione europea confermò i dubbi. Il 30 ottobre 1986, la Tracer perse a Salonicco contro Aris di 31 punti, 98-67. Nikos Galis distrusse i milanesi con 44 punti.
L’Aris era già 60-34 all’intervallo. Nella gara di ritorno, giocata il 6 novembre a Milano, si materializzò una delle più grandi rimonte della storia del basket europeo. La Tracer vinse 83-49 centrando la qualificazione.  
Dopo un primo tempo tranquillo, McAdoo guidò la sua squadra con 21 punti e 9 rimbalzi. Alla fine, Bob disse al suo allenatore che era stata la gara più intensa della sua carriera.

Seconda giovinezza a Milano

Dopo quel miracolo, la Tracer Milano arrivò in finale di EuroLeague … e l’ha vinse! Il rivale in finale – disputata il 2 aprile 1987 a Losanna, Svizzera – era il Maccabi Tel Aviv. La Tracer si impose 71-69 e McAdoo fu il secondo miglior marcatore della sua squadra (21 punti), dietro a Roberto Premier (23), e il miglior rimbalzista con 9 carambole. La squadra milanese tornava sul tetto d’Europa dopo 21 anni.

L’anno seguente, con Franco Casalini come capo allenatore, la Tracer si ripeté nella prima Final Four dell’era moderna (due Final Fours “sperimentali” avevano avuto luogo nel 1966 – vinte proprio da Milano – e nel 1967 – conquistate dal Real Madrid). 

Dopo una fase a girone con otto squadre, Partizan – con Vlade Divac, Sasha Djordjevic, Zarko Paspalj e Zeljko Obradovic – i milanesi raggiunsero la Final Four a Gand come capolisti assoluti con 10 vittorie e 4 sconfitte. 

Galis e Panagiotis Giannakis avevano portato l’Aris al 9-5 per finire secondo in un spareggio con Milano – con Mike D’Antoni, Dino Meneghin, Rickey Brown, Premier e McAdoo. 

Il Maccabi, guidato da Miki Berkowitz, Doron Jamchy, Kevin Magee e Ken Barlow (ex), era arrivato quarto con un record di 8-6. In semifinale, il Maccabi sconfisse il Partizan 97-82 e la Tracer superò ancora l’Aris con lo stesso punteggio. 

Nella finalissima, Bob McAdoo guidò la squadra di Franco Casalini con 25 punti e 12 rimbalzi.

McAdoo ha giocato a Milano fino al 1990. Nei due anni seguenti, ha giocato a Forlì con una media di 31,7 punti e 9,6 rimbalzi. Mise fine alla sua carriera con la Teamsystem Fabriano nel 1992-93, a 42 anni. 

In sette stagioni in Italia, ha giocato 201 partite, ha segnato 5.427 punti (27,3 ppg.), con una media di 9,0 rimbalzi a partita. Ha vinto due volte la Serie A, una volta la Coppa Italia e una Coppa Intercontinentale, tutte con Milano.

Bob McAdoo non era molto alto. 2,06 centimetri, ed era più un’ala che un centro, e talvolta giocava anche da ala piccola perché aveva buone capacità di tiro, anche da tre punti. Era anche un grande rimbalzista ovviamente, mostrando abilità che nessuno aveva visto fino ad allora.

Molti credono che l’NBA sia stata ingiusta quando, per il 50° anniversario della fondazione, McAdoo è stato escluso dalla sua lista dei 50 migliori giocatori. 

Nel 2000, è stato inserito nella Naismith Memorial Basketball Hall of Fame a Springfield. E nel 2008, durante la celebrazione del 50 ° anniversario delle competizioni europee, Euroleague Basketball lo ha scelto tra i 35 giocatori che hanno contribuito maggiormente al gioco nel Vecchio Continente. In quell’occasione, McAdoo disse: 

“Essere qui è un onore fantastico. Quando ne ho sentito parlare, sono saltato giù dalla mia sedia perché ricordo che i miei anni in Italia sono stato fantastici. In effetti, ho amato il mio periodo italiano probabilmente più di quello NBA. È un grande onore per me e sono orgoglioso di essere qui. Ricordo le due finali contro il Maccabi Tel Aviv, sono state partite molto difficili. L’evoluzione del basket europeo è stata straordinaria dall’ultima volta che ho giocato qui”. 

Successivamente McAdoo ha vinto altri tre titoli NBA – nel 2006, 2012 e 2013 – come assistente allenatore con i Miami Heat, posizione che ha ricoperto per 18 anni.

PALMARÈS


✍🏻 E.A.V.